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mercoledì 14 aprile 2010

perché morirà la "sinistra"

Sul suo blog, Aldo Giannuli conclude il post con "ripartire da tre idee: contaminazione, prevalenza dell’analisi scientifica e realismo politico."
Non so che dire sulla contaminazione, e mi concentro sulle altre due.
Sinceramente sono un po' pessimista al riguardo: nel mondo dei mass media la politica (o qualsiasi altro concetto, tipo la paura dell'influenza suina) si veicola col metodo pubblicitario = spot attraenti, musichette-tormentone (Giove mi salvi da un'altra tornata elettorale), facce belle/giovani/paternali, slogan ripetuti all'ossessione = demagogia pura applicata scientificamente != "prevalenza dell'analisi scientifica e realismo politico". Non prendetemi per pazzo delirante: negli stati uniti d'america funziona così dagli anni 50 (almeno a sentire aldous huxley e daniele luttazzi) e da noi, beh andate su youtube e vedetevi "meno male che silvio c'è" e "i am pd" (io non ho mai avuto la forza di vederli entrambe per intero nell'arco di 24 ore, anche perché non mi piace infangare la memoria dei Village People). Sono inascoltabili ed inguardabili rispetto a "crush on obama" ma secondo me il meccanismo è il medesimo ed è quello descritto da Luttazzi in "Decameron" e da Huxley in "ritorno al mondo nuovo" (capitolo "L'arte di vendere"): campagne elettorali fatte con i metodi delle campagne pubblicitarie.
P.S. "crush on obama" è stato deliberatamente creato per essere idiota, quindi siamo noi ad aver così poca tecnica e poco gusto nel fare le canzoncine pro-candidato.

P.P.S. questo, consigliatomi da rik, ci sta proprio bene

3 commenti:

  1. Le campagne elettorali strategicamente non differiscono dalle ordinarie campagne pubblicitarie. Lo scopo è vendere il proprio prodotto, quindi si fa affidamento allo strumento principe della pubblicità: la demagogia e il good looking.
    Da questo punto di vista non ci trovo nulla di scandaloso. Il problema è che ogni parte vuole vincere per avere dei vantaggi, spesso di tipo economico o giudiziario.
    So di essere un sognatore, ma credo che in presenza di buona fede non ci sarebbe grande differenza tra un governo di cdx piuttosto che di csx: se entrambi avessero come fine il benessere della popolazione, si tratterebbe di vie diverse, ma con un fine comune. Normalmente il centrodestra fa una buona politica economica e il centrosinistra una buona politica sociale. L'alternanza dovrebbe garantire un positivo equilibrio alla società. Purtroppo non è così e in particolare in Italia la scelta si limita alla selezione di quella parte che pensa un po' meno a sé stessa.
    Personalmente penso che la definizione stessa di sinistra o di destra ormai sia superata perché mi rendo conto che io stesso sostengo alcune idee tipicamente di sinistra ed altre di destra. Il mondo non è più quello del dopoguerra, non è più dicotomico e bisogna prendere atto di questo fatto.
    Spero che le nuove generazioni che si affacciano alla poltica abbiano più spazio, in modo da migliorare la vita dei cittadini e di avvicinare i governanti alla cittadinanza.
    Per la mia parte politica terrei d'occhio volentieri Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze, uno che secondo me è in gamba.
    Aggiungo che non c'è da restarci male se qualcuno se ne va sbattendo la porta dalla politica: si tratta di solito di vecchio tromboni che è meglio lasciare che trovare.

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  2. "la demagogia e il good looking.
    Da questo punto di vista non ci trovo nulla di scandaloso"
    Secondo me invece questo è un grande problema: il confronto politico dovrebbe essere ragionevole e ragionato, onesto. I cittadini secondo me dovrebbero votare dopo aver letto e criticato i programmi che i vari candidati si impegnano a mettere in atto o comunque valutando l'onestà intellettuale di chi si candida.
    Se non è scandaloso fare politica come si fa pubblicità, allora è giusto non mantenere le promesse e intortare il più possibile i clienti facendo leva sui più nascosti e incompresi meccanismi della psiche. O anche sui meccanismi meno complicati ( http://www.leganord.org/immagini/ilmovimento/manifesti/2009/Abbiamo%20fermato%20l%27invasione.jpg quando il numero di stranieri è in costante crescita ). Allora non è scandaloso mentire, perché in pubblicità *tutto* è lecito.

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  3. La tua logica è condivisibile, ma applicabile sono in un mondo ideale in cui tutte le persone scelgono razionalmente e dispongono di un'informazione completa ed oggettiva.
    La realtà è molto diversa: la maggior parte della popolazione non utilizza la razionalità come metodo di selezione, ma un misto tra sensazione ed emotività. Aggiungi l'ignoranza, vero cancro della società ed il cocktail è pronto.
    Di conseguenza, volenti o nolenti, si rendono necessarie strategie che vanno ad influenzare il senso comune, in primo luogo la demagogia. Non ne sono scevro, piace parecchio anche a me. Un discorso demagogico è piacevole e coinvolgente.
    Secondo le statistiche (sentite oggi pomeriggio indovina dove...) il 20 % del corpo elettorale sceglie nell'ultima settimana precedente le elezioni e per il 70% l'unica fonte informativa è la TV, percentuale che sale all'80% al di fuori dei centri urbani. Va da sé che l'utilizzo di discorsi populisti e di slogan può avere un affetto più efficace su questo tipo di elettorato piuttosto che la sostanza. In questo contesto va valutato l'uso di slogan e di tecniche pubblicitarie. Facci caso, nello sport, nel mondo militare, ovunque sia necessario caricare psicologicamente qualcuno l'uso di tecniche pubblicitarie è parecchio fruttuoso.
    Non dimenticare che lo scopo è uno solo: vincere la partita.
    Quindi nel mondo reale, secondo me, un candidato dovrebbe mixare correttamente informazioni programmatiche, con metodo accattivante e in modo da caricare i propri elettori. Il tutto ovviamente senza mentire, né promettere cose impossibili. In questo contesto a mio giudizio si dimostra di essere in grado di parlare a tutto il corpo elettorale, anche a quello più semplice e meno smaliziato.

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